CARI SPETTATORI
CARI SPETTATORI
CARI SPETTATORI | Danio Manfredini
Arturo e Gino, usciti dalla comunità psichiatrica, si ritrovano a vivere insieme in un appartamento della Caritas.
I due protagonisti guardano il video della comunità da cui provengono.
Le voci dei pazienti che arrivano dalla televisione, evocano pezzi di vita, racconti, aneddoti, memorie di un passato lontano.
Arturo e Gino tra lamentele, scontri e momenti di reciproca comprensione, passano le giornate tra i muri della stanza con poche e brevi uscite per le
sigarette o la spesa; intrappolati nell’ingranaggio tra pensione di invalidità e psicofarmaci, aspirano ad uscire dalla loro condizione.
Gino vuole concepire un copione teatrale sui grandi temi del mondo: la rivoluzione, la minaccia atomica, la fede, la tecnologia che sovrasterà l’umano, cerca attraverso l’arte teatrale di sublimare la sua
sofferenza e diventare famoso.
Arturo aspira a una vita normale, comprare una casa popolare dove vivere con una fidanzata.
Mentre Gino si proietta verso grandi tematiche per dare corpo al suo copione teatrale con slanci esilaranti e plateali, Arturo aderisce a un quotidiano più pratico, formula sintesi esistenziali, che
esprimono il suo punto di vista disincantato sul mondo.
Le vite di Arturo e Gino sono di quelle che passano in sordina, l’insicurezza li attanaglia, li rende impotenti nell’attesa e nell’incertezza.
In quello stato di perenne sospensione trascorrono i giorni, gli anni.
Note
Nel 1997 un paziente della comunità psichiatrica, si propose di dettarmi un copione diviso in più tempi teatrali.
Cominciò a lanciare in aria frasi, argomenti, pensieri, premonizioni, predicazioni, invocazioni.
Per almeno un mese, l’ho seguito con un block notes in cucina, nell’androne, nel giardino, cercando di fissare su carta il suo flusso di coscienza.
Nel 2010 un altro paziente con aspirazioni di regista cinematografico, mi diede una serie di dvd che riprendevano diversi momenti di vita in comunità: una festa di natale, una cena nel giardino, il cortometraggio da lui realizzato, “il treno delle stelle”, mi disse: li consegno a lei, forse un giorno ne farà qualcosa.
Il più giovane della comunità, che si addentrava in discorsi filosofici sull’uomo, sulla condizione del paziente psichiatrico, sull’andamento del mondo, mi ha lasciato discorsi esaltati, infervorati, rabbiosi, malinconici, carichi dell’ inquietudindi chi sente di avere un potenziale e non comprende come esprimerlo.
Per quasi trent’anni questo materiale è rimasto nel cassetto.
Con CARI SPETTATORI, ringrazio ancora coloro che sono stati per me un’ispirazione per il teatro e la vita.
Danio Manfredini
Regia, scene, costumi, testo e banda sonora_ Danio Manfredini
Luci_Loïc François Hamelin
Produzione_ Teatro di Sardegna
Con_ Vincenzo Del Prete e Giuseppe Semeraro
Aiuto Regia_ Vincenzo Del Prete
Si ringrazia_ Casateatro Matera, Stefania Grimaldi e Lorenzo Solaini