I muri vanno distrutti non creati

Sono passati quasi 30 anni dalla caduta del muro di Berlino e questo evento viene ricordato come uno dei momenti storici più importanti del Novecento. Non fu solamente un crollo fisico, ma un evento di alto valore simbolico: tutto il mondo ha visto distrutto il muro che divideva in due una città. I notiziari raccontavano le sensazioni di quei giorni, il fermento e la felicità delle persone nel vedere finalmente abbattuto un confine costruito dagli uomini per allontanare altri uomini.
Oggi i muri vengono creati non distrutti, sono fatti di filo spinato, di reti e di cancelli. Diversi i materiali, uguale il principio: confini artificiali creati per allontanare e contenere esseri umani.
L’Austria ha iniziato i lavori per costruire una barriera preventiva nel caso che i migranti volessero entrare dall’Italia, preoccupando la Commissione Europea.
La Macedonia ha già costruito il suo muro al confine con la Grecia, limitando gli accessi in violazione ad ogni normativa internazionale sul diritto d’asilo, come già denunciato dall'Ufficio dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati.
Idomeni si è trasformata da piccolo villaggio greco al confine con la Macedonia ad un campo profughi che ospita almeno 11 mila migranti che vogliono raggiungere il Nord Europa. Sono bloccati da una barriera attraverso la quale possono vedere il loro sogno di vivere in Europa sgretolarsi giorno dopo giorno.
Dovremmo iniziare a riflettere su cosa è cambiato da quando il mondo festeggiava la caduta del muro di Berlino.

Valentina Bifulco