Vizita
Vizita
"Vincitore al Festival del Teatro Albanese "Moisiu"
Il miglior spettacolo
la migliore musica
Ia migliore scenografia"
Premio della stampa "Oslobodenje" al Festival di Sarajevo
Fu d'improvviso, non si sa per quale motivo, ma lui, ma l'angelo si ritrovoò a sorvolare i cieli della terra. Lo sa bene, lo ricorda bene il matto del paese, perché fu il primo a vederlo e l'ultimo a dimenticarlo.
L'angelo sorvola, pieno di stupore, cieli che aveva soltanto sognato o immaginato, fin quando un prete, il prete di quel paese o di quel che ne resta d'un paese, le cui cicatrici della guerra sono ancora visibili, gli spara. Il prete spara all'angelo. Stravolto e sorpreso da questo essere straordinario e dal profondo senso di colpa, il prete si risolve ad accogliere e curare il suo ospite; un angelo, meraviglioso e ambiguo, che osserva con gl'occhi della meraviglia quella “vita”, quella vita tutta umana. Una vita, però che lentamente si fa difficile, complessa, complice soprattutto l'ostilità del paese che mal sopporta la visita dello straniero, dell'angelo, stigmatizzandone la sua deformità, la sua diversità. Via via appesantito da umiliazioni e scherno, impossibilitato nel ritorno al paese celeste e “ingabbiato” in quello umano, l’angelo troverà sollievo solo nella musica di un violino, di cui è un sublime esecutore, e “asilo” solo negli occhi e nell’amore di Delia.
Il testo alla base della partitura scenica, trae libera ispirazione da “La Visita Meravigliosa” di Herbert George Wells, visionario precursore di generi e linguaggi, spostando però l'asse del suo interesse dalla satira nei confronti del conformismo e del perbenismo vittoriano, verso una critica più contemporanea, che riguarda soprattutto il modo in cui noi accogliamo “chi viene da fuori”, lo straniero. Che tu sia un immigrato o un angelo, non importa; se non sei come me, se non ti riconosco, allora sei un pericolo.
da La Visita Meravigliosa di H.G.Wells
testo_ Fabio Pisano
traduzione_ Zija Vuka
adattamento, spazio scenico e regia_ Davide Iodice
musiche originali_ Lino Cannavacciuolo
luci_ Loïc François Hamelin
collaborazioni alle costruzioni scenografiche e costumi_ Divni Gushta
assistente alla regia_ Jozef Shiroka
produzione_ Teatro Migjeni, Sardegna Teatro
e con il supporto dell' Istituto Italiano di cultura di Tirana
Interpreti e ruoli in ordine di apparizione
Nikolin Ferketa – il matto
Raimonda Markja – la madre/narratrice/il paese
Pjerin Vlashi – il prete
Fritz Selmani – angelo
Rita Gjeka Kacarosi - la governante/narratrice/il paese
Julinda Emiri – Delia/narratrice/il paese
Jozef Shiroka- il medico/il paese
Merita Smaja – la signora/il paese
Alexander Prenga – il militare/narratore/il paese
Vladimir Doda – il contadino/il signor Gotch/ il paese
durata_80'
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Rassegna Stampa_
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