I Maledetti di Iglesias
I Maledetti di Iglesias
“I maledetti di Iglesias” è un viaggio nel passato dell’autore, tra i ricordi dell’infanzia e dell’adolescenza, le storie della nonna, gli aneddoti e le leggende della città. Lo spettacolo verte su alcuni particolari personaggi locali. Il centro storico iglesiente è un’enciclopedia di storie e leggende, come la leggenda della bambina col cerchio, la storia di Licheddu, quella di Antioco Melis e molte altre. Alcune tombe del cimitero raccontano la storia della città; passeggiando, ci si potrebbe imbattere nella tomba di Carlo Marx. Non tutti sanno della sua presenza nel cimitero, non tutti conoscono la storia dell’abile ingegnere minerario arrivato dalla Germania, un personaggio molto particolare.
Ogni paese, ogni città ha i suoi maledetti, e lo spettacolo racconta le storie di queste persone, le loro vite, le vite dei deboli, dei vinti. L’obiettivo è quello di mantenere in vita queste storie, farle conoscere. Il testo nasce da un’esigenza profonda e intima: dal bisogno di metabolizzare un anno di lutti scaturisce il desiderio di una terapia antidolorifica che restituisca un sogno allo spettatore.
Si viene da anni di morte, i più colpiti da questa pandemia sono stati i più fragili, i nonni di tutta Italia che si sono spenti, alcuni senza nemmeno un ultimo commiato. Se ne sono andati portando via con sé un patrimonio inestimabile di saggezza, valori e storia. I nonni sono come libri parlanti, ricchi di tradizioni antiche, dal modo di cucinare un piatto ai proverbi, dalle favole ai canti in dialetto, sono i custodi della memoria. Vita e morte: bisogna riparlarne, soffermarsi. La pandemia ha riportato tutti con i piedi per terra, togliendo l’illusione dell’eternità della vita. I cimiteri sono sempre più pieni, sia di vivi che di morti, molto più frequentati di un tempo. L’espressione “sono cresciuto con mia nonna”, tratta dal monologo, non appartiene solo all’autore; è una frase comune, in cui molti si riconoscono. L’obiettivo di questo lavoro è quello di salvaguardare quel patrimonio e, magari, poter essere un antidolorifico per qualcuno, anche solo per un’ora.
Testo di_ Luigi Pusceddu
Interpretazione e regia_ Luigi Pusceddu
Luci ed effetti sonori_ Guglielmo Fenu
Durata_ 70 min
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Contatti
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Foto e Manifesto
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