Arturo Cirillo al Teatro Massimo di Cagliari nel romanzo di Giuseppe Patroni Griffi

 

Dal 7 al 10 gennaio (7/8/9 gennaio ore 19.00 – 10 gennaio ore 21.00) al Teatro Massimo di Cagliari in scena Arturo Cirillo nei panni di Rosalinda Sprint travestito napoletano protagonista del romanzo di Giuseppe Patroni Griffi Scende giù per Toledo. Il testo, scritto nel 1975, affronta con sincerità, ironia e crudeltà un mondo fino ad allora nascosto; quello dei travestiti napoletani.

Su tacchi a spillo Arturo Cirillo, perfetto femmenèlla, da voce, corpo, anima a Rosalinda Sprint e a tutti i personaggi che le ruotano attorno. Gli basta solo una vestaglia per interpretare Marlene Dietrich, una collana per trasformarsi nella Baronessa o far comparire Maria Callas e Viacolvento
 

Lo spettacolo è inserito nella stagione 15/16 di Sardegna Teatro.

SCENDE GIU PER TOLEDO
di Giuseppe Patroni Griffi
con e regia di Arturo Cirillo
scene Dario Gessati
costumi Gianluca Falaschi
musiche originali Francesco De Melis
luci Mauro Marasà
regista assistente Roberto Capasso
direttore di produzione Marta Morico
comunicazione e ufficio stampa Beatrice Giongo

produzione MARCHE TEATRO teatro di rilevante interesse culturale e Fondazione Campania dei Festival / Napoli Teatro Festival italia / Tieffe Teatro (Milano)

"Scende giù per Toledo e va di fretta Rosalinda Sprint, è in ritardo col sarto e deve andare da Marlene Dietrich. Fra mezz'ora e quella non aspetta. Colpa della Camomilla Schulz…."

Così inizia una delle più travolgenti invenzioni letterarie, la storia di un travestito napoletano, emblema della stravaganza e fragilità di una città e dei suo mutanti abitanti. In una scrittura che Natalia Ginzburg ha definito dello stile della "natura dell'acqua, uno stile nuotato che consente di spendersi nei confronti di un personaggio, ora con ironia e ora con pietà, spostandosi a nuoto e leggermente tra l'uno e l'altro". Tra straniamento ed immedesimazione si disegna la figura di Rosalinda Sprint, " una figura maldestramente ritagliata nella carta, le forbici si sono mangiate parte del bordo intorno intorno, n'è scappata fuori una silhouette in scala ridotta" come dice l'autore. Una scrittura quella di Patroni Griffi tutta musicale, fisica, continuamente mobile tra la prima e la terza persona. Un flusso di parole che diventano carne, e spesso danza. Un tango disperato, un folleggiare sul baratro, un urlare per non morire. Sorella immaginaria, e precorritrice della Jennifer di Ruccello e di molti personaggi di Moscato, la Sprint attraversa gli umori, i suoni della città di Napoli, qui più che mai diventata luogo metafisico, invenzione di un posto che non c'è.