Urania d'Agosto - estratto dal testo di Lucia Calamaro

 

Estratto testo URANIA D'AGOSTO

 

Dopo il debutto a Nuoro e una breve tournée che ha toccato Roma, Napoli e Caserta arriva al Teatro Massimo di Cagliari la nuova produzione Sardegna teatro.
Urania d’Agosto s’intitola lo spettacolo tratto dall’ultimo testo di Lucia Calamaro, drammaturga definita dalla critica la migliore tra i viventi che ha collezionato diversi Premi Ubu con i suoi spettacoli. L’adattamento e la regia sono affidati a Davide Iodice, poeta della scena partenopea che ha già lavorato con Sardegna teatro in Sonnai, progetto di comunità che ha coinvolto un gruppo di senza tetto cagliaritani nella scrittura scenica dello spettacolo.
Sul palco, nel ruolo della protagonista “Urania”, Maria Grazia Sughi, attrice storica e Presidente del Teatro di Sardegna. Insieme a lei per far da coro con diversi personaggi Michela Atzeni, attrice coinvolta anche in altre produzioni Sardegna teatro.
Le scene sono di Tiziano Fario che tra le sue collaborazioni vanta quella decennale con Carmelo Bene. I costumi portano la firma di Daniela Salernitano, professionista del teatro e del cinema che ha collaborato tra gli altri con Martone, Moscato e Valenti.
Al Teatro Massimo di Cagliari il 14/16/17 marzo ore 21.00 e il 18 marzo alle ore 19.

Il 16/17 marzo (16 ore 16,30 – 17 ore 17,30) il consueto appuntamento con l’Osservatorio critico di ANCT e Sardegna teatro sarà caratterizzato dalla presenza di Giulio Baffi, (presidente ANCT/Repubblica) profondo conoscitore del teatro meridionale che traccerà un percorso teorico in dialogo con Davide Iodice.


Teatro Massimo Cagliari
14/16/17 marzo ore 21
18 marzo ore 19

URANIA D'AGOSTO 
di: Lucia Calamaro
adattamento e regia: Davide Iodice
con: Maria Grazia Sughi e Michela Atzeni
scene: Tiziano Fario
costumi: Daniela Salernitano
aiuto regia: Giusi Salidu

elaborazioni sonore: Davide Iodice
training e studi sul movimento: Michela Atzeni
luci: Loic François Hamelin

sarta: Adriana Geraldo
foto Alessandro Cani:
produzione: Sardegna Teatro

sala: M1
durata: 50'
tariffa: 7 € intero 5€ ridotto | 3€ con STcard


Una donna matura scocciata, seccata, asociale, accanita lettrice notturna di Urania e fanatica della vita e delle opere degli astronauti, durante un isolatissimo agosto in città, soffre di un’estrema crisi di alienazione e comincia a confondere le cose. Poco a poco il suo spazio interiore, fratturato dall’insonnia, trasformerà lo spazio esteriore in spazio siderale. Da questa stagione di lotta interiore uscirà profondamente trasformata.
Urania d’Agosto ha le qualità morali di un romanzo di formazione accidentale sviluppato su una figura amara, indecisa su tutto, delusa a prescindere, dove lo scandaglio dell’inazione e della crisi esistenziale, anche se sostenuti dal fermento della fantasia, vengono sempre traditi dalla caduta nel reale, che è più forte, più vasto, più tutto: “è l’impossibile, quello vero”.
 

Note di regia
Lavorare sulla scrittura di Lucia (Calamaro) fornisce un’esperienza intima, caotica e indocile come sono gli ingarbugli dei pensieri, il flusso irrisolto della psiche. Senza un filo narrativo, affiorano tratti densi di umanità e la riscrittura scenica verso la quale abbiamo proceduto si articola sulle modulazioni sentimentali di figure che abitano un universo di solitudine. Questo testo è un canto psichico, rappresenta lo sprofondamento esistenziale di Urania, una signora anziana, stra-lunata che galleggia nel suo cosmo personale, nell’interiorità negletta di una vecchiaia irretita dal tedio dell’esistenza. La scena è spazio medicale, dal colore azzurro di Urano, dove si dispiega la dinamica tra Maria Grazia Sughi – attrice cui il testo è dedicato, fervente fulcro di questo immaginario – e Michela Atzeni, coro corporeo e contraltare di un costante flusso di coscienza. Già presenze preziose di Sonnai, ho lavorato con loro per operare una sintesi del testo non prosastica ma poetica, in cui risuonasse espanso l’eco del vuoto siderale di un unico stato di coscienza. La metafora cosmologica funge come basso continuo; la casa è una stazione orbitante in cui i significati fluttuano. La solitudine dell’astronauta si rispecchia nella condizione ovattata e sbiadita dell’anzianità, in cui i contorni dei ricordi si illanguidiscono e la domanda di senso rimbomba scottante e insieme distorta. (D. Iodice)

 

Tournée
Roma | Teatro Argot | 27 febbraio - 1 marzo 2018
Napoli | Teatro Area Nord | 3 - 4 marzo 2018
Caserta | Teatro Officina | 10 - 11 marzo 2018
Granara | Circo Granara | 3 Agosto 2018
Potenza | Teatro Francesco Stabile | Festival 100 scale | 19 Ottobre 2018