L'esilio della Bellezza

Teatro Massimo Cagliari: 
Giovedì, 26 Settembre, 2013 - 19:00
Giovedì, 10 Ottobre, 2013 - 19:00
Giovedì, 17 Ottobre, 2013 - 19:00
Giovedì, 31 Ottobre, 2013 - 19:00

racconti, letture, in attesa della nuova stagione teatrale

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La nostra epoca ha nutrito la propria disperazione nella bruttezza e nelle convulsioni. […] Noi abbiamo esiliato la bellezza, i Greci per essa hanno preso le armi.

Albert Camus

 

La stagione del Teatro Stabile della Sardegna sta per cominciare. Tra i vari temi toccati dagli spettacoli in cartellone, uno - quello che in fondo li riassume tutti – ruota intorno al significato di “valore”, un termine sempre più offuscato, nella nostra realtà contemporanea, e all’idea che, fin dagli antichi greci, ne rappresenta l’essenza: la bellezza. Che si tratti della purezza ferita di un paesaggio, dell’orrore di una guerra, dell’abisso di un’ingiustizia, è sempre la bellezza a essere esiliata: nella sua grazia, nella sua gratuità.

Le tre letture che si propongono sulla terrazza del Teatro Massimo, e le riflessioni a cui faranno da spunto, sono tre approcci differenti a questo tema.

con gli attori del Teatro Stabile della Sardegna
a cura di Guido De Monticelli

 

Giovedì 26 settembre

ore 19,00 – Terrazza del Massimo

La libertà è un respiro

Anna Maria Ortese – Corpo celeste

Ora, io vorrei chiedere a chiunque mi ascolti […]: credete davvero che la vita uma­na sia sempre e solo trionfo sull'altro? che per essere contenti della propria vita bisogna aver posato il piede sul capo dell'altro? Cre­dete che i deboli ‑ paesi o individui ‑ debba­no essere eliminati anche se in modo indo­lore? Credete che zingari, poveri, pastori di greggi; che poeti, scrittori, preti e maestri non di parte o isolati, che attraversano que­sta vita lieti come fanciulli e vigili come ma­dri, non servano proprio a nulla, e la vita, la società, lo Stato possano fare a meno di essi? […] Un paese, come non deve mancare di corsi d'acqua, di sorgenti, di nuvole, deve ave­re cura, o consentire la crescita, di anime, coscienze, grazia, linguaggi puri, ombre azzur­re, altissime: o perirà. Si asciugherà il suolo, se mancano acque e foreste; si perderà la nazio­ne, se mancano anime e coscienze. Se non sarà legittima qualsiasi forma di profondità e di coscienza, il paese più forte perirà.

Un viaggio (fisico e mentale) attraverso l’Italia che dal dopoguerra si protende verso di noi per capire che cosa siamo diventati. Straordinario diario-meditazione di Anna Maria Ortese, la grande scrittrice che visse una vita vagabonda e di grandi difficoltà economiche, che la portò a cambiare, nel corso di 84 anni, trentasei case in dieci città diverse.

 

Giovedì 10 ottobre

ore 19,00 – Terrazza del Massimo

Fili d’erba

Luigi Pirandello – Canta l’epistola | Piuma

Oh! in quanti modi si nasceva, e per una volta sola, e in quella data forma, unica, perché mai due forme non erano uguali, e cosí per poco tempo, per un giorno solo talvolta, e in un piccolissimo spazio, avendo tutt'intorno, ignoto, l'enorme mondo, la vacuità enorme e impenetrabile del mistero dell'esistenza. Formichetta, si nasceva, e moscerino, e filo d'erba. Una formichetta, nel mondo! nel mondo, un moscerino, un filo d'erba. Il filo d'erba nasceva, cresceva, fioriva, appassiva; e via per sempre; mai piú, quello; mai piú!

Prendersi cura di un filo d’erba, fino a tentennare con lui a ogni più lieve alito d’aria, essere quel filo d’erba; farsi piuma in un estremo smagrimento fisico ed esistenziale, ridursi a essenza, anima ridente e leggera, liberandosi di tutto il peso affannoso e superfluo del corpo. È la via intrapresa da Tommasino Unzio, suddiacono di Canta l’epistola e da Amina, l’esilissima protagonista di Piuma, nelle due novelle capolavoro di Luigi Pirandello.

 

Giovedì 17 ottobre

ore 19,00 – Terrazza del Massimo

Il diritto di essere un uomo

Jeanne Hersch – L’esigenza assoluta della libertà. Testi sui diritti umani

«Tutto mangia tutto», diceva con disperazione una ragazzina. Il più forte, il meglio armato, il più rapido mangia la sua preda, rischiando di diventare subito la preda di un altro, ancora più armato, più forte o più rapido. La natura non conosce né il diritto né i diritti.

Se fosse soltanto un'anima, l'uomo potrebbe forse disinteressarsi della forza, e avere la tentazione di dimenticarsene. La questione di mangiare o di essere mangiato non si porrebbe. Potrebbe sognare di essere un angelo, e non dovrebbe preoccuparsi dei suoi diritti.

Un incontro dedicato all’uomo, un percorso che, snodandosi lungo le pagine di Jeanne Hersch, tenta di risalire al fondamento ultimo della libertà umana, al cuore pulsante dei Diritti dell’Uomo: il radicale bisogno di realizzare se stesso senza delegare a niente e a nessuno il potere e il dovere di farlo. È, questa, un'esigenza alla quale dobbiamo tornare a dare voce per sovrastare e contrastare il caos di opinioni, pretesti, pretese che soffoca i nostri giorni e confonde i nostri sentieri. 

Guidati dalla sapiente penna della filosofa ginevrina, riporteremo i nostri passi lungo un cammino iniziato secoli e millenni fa e che ancora oggi continua a interrogare ciascuno di noi, richiamandoci al compito infinito di essere umani.

 

Giovedì 31 ottobre

ore 19,00 – Terrazza del Massimo

La libertà è un respiro

Anna Maria Ortese – Corpo celeste