il giardino dei ciliegi | anteprima Biennale Teatro di Venezia - 3 agosto

 

ANTEPRIMA NAZIONALE

Biennale Teatro di Venezia | Teatro Piccolo Arsenale – 3 agosto 2019

PRIMA NAZIONALE

Teatro Massimo di Cagliari – 9 novembre 2019

 

Dopo il grande successo internazionale di Macbettu, Alessandro Serra, regista dal tratto visionario, magistralmente capace di curare ogni aspetto della scrittura scenica, dalle luci alle musiche, dalle scene ai costumi, si cimenta con Il giardino dei ciliegi, capolavoro letterario di Anton Čechov, che mostra sabato 3 agosto in anteprima nazionale al Teatro Piccolo Arsenale, alla Biennale Teatro di Venezia.

La produzione vede - accanto a Sardegna Teatro - il coinvolgimento di molti soggetti: Accademia Perduta Romagna Teatri, Teatro Stabile del Veneto, TPE - Teatro Piemonte Europa, Printemps des Comédiens (Montpellier) e la collaborazione con Compagnia Teatropersona e Triennale Teatro dell'Arte di Milano.  Sabato 3 agosto lo spettacolo sarà in anteprima sul palco del Teatro Piccolo Arsenale per la Biennale Teatro.

 

 

 

I poeti sostengono che si può ritrovare in un attimo ciò che siamo stati un tempo

rientrando in una certa casa, in un certo giardino dove abbiamo vissuto da bambini.

Si tratta di pellegrinaggi molto rischiosi

a seguito dei quali si contano altrettante delusioni che successi.

Marcel Proust

 

 

Il giardino dei ciliegi si apre e si chiude in una stanza speciale,

ancora oggi chiamata stanza dei bambini.

Tra poco arriveranno i padroni, hanno viaggiato molto, vissuto e dissipato la loro vita.

Bambini invecchiati che tornano a casa.

Tuttavia il sentimento che pervade l’opera non ha a che fare con la nostalgia o i rimpianti ma con qualcosa di indissolubilmente legato all’infanzia, come certi organi misteriosi che possiedono i bambini e che si atrofizzano in età adulta.

L’incombere della scure sul giardino provoca un senso di dolore sconosciuto, un risvegliarsi di quegli organi non ancora del tutto spenti nella loro funzione vitale. Un dolore che non ha nome e che solo guardando negli occhi il bambino che siamo stati potrà placarsi.

Non c’è trama, non accade nulla, tutto è nei personaggi. Una partitura per anime in cui i dialoghi sono monologhi interiori che si intrecciano e si attraversano. Un unico respiro, un’unica voce.

Non vi è alcun tono elegiaco, è vita vera distillata: si dice, si agisce.

Un valzerino allegro in una commedia intessuta di morte. Comicità garbata, mai esibita, perfetto contrappunto in un’opera spietata e poetica. I personaggi ridono e si commuovono spesso, il che non significa che si debba piangere davvero, è piuttosto uno stato d’animo, scrive Cechov in una lettera, che deve trasformarsi subito dopo in allegria.

Velando di lacrime gli occhi dei suoi personaggi Cechov suggerisce la visione sfocata della realtà sensibile, una realtà spogliata dai contorni. Come i vetri delle vecchie case, opachi, deformi, pieni di impurità fornivano una versione estetica della vita oltre la finestra, così le lacrime agli occhi erodono le forme: gli oggetti e le persone sfumano l’uno nell’altro, i colori si sfaldano in mezzetinte, i lineamenti e le voci si disciolgono. Tanto che a un certo punto non si sa più chi è che parla, se una voce proveniente da un’altra stanza o noi stessi con le parole di un altro.

La scrittura stessa agevola questo dissolversi del centro e del focus: l’opera è cosparsa di piccoli impedimenti e fraintendimenti, anche linguistici, rotture sintattiche, pianti, canti, apnee, russamenti, borbottii e filastrocche, e poi i suoni. Tutto concorre a una partitura musicale che, scrive Mejerchol’d, è come una sinfonia di Čajkovskij.

Alessandro Serra

 

 

C R E D I T I

Di | Anton Čechov

Regia | Alessandro Serra

Con | Arianna Aloi, Andrea Bartolomeo, Leonardo Capuano, Marta Cortellazzo Wiel, Massimiliano Donato, Chiara Michelini, Felice Montervino, Fabio Monti, Massimiliano Poli, Valentina Sperlì, Bruno Stori, Petra Valentini

Drammaturgia, scene, luci, costumi | Alessandro Serra

Consulenza linguistica | Valeria Bonazza e Donata Feroldi

Realizzazione Scene | Laboratorio Scenotecnico Pesaro

Direzione tecnica e tecnico della scena | Giuliana Rienzi

Tecnico della luce | Stefano Bardelli

Tecnico del suono | Giorgia Mascia

Collaborazione ai costumi | Bàste

Attrezzista | Serena Trevisi Marceddu

Organizzazione e distribuzione | Danilo Soddu

Produzione | Sardegna Teatro, Accademia Perduta Romagna Teatri, Teatro Stabile del Veneto, TPE - Teatro Piemonte Europa, Printemps des Comediéns

Coproduzione | Compagnia Teatropersona, Triennale Milano Teatro

 

Durata | 170 minuti (compreso intervallo di 20 minuti)

 

T O U R N È E

Milano | Triennale Milano Teatro | 18–21 dicembre 2019

Pontedera | Teatro Era | 12 gennaio 2020

Forlì | Teatro Diego Fabbri | 23–26 gennaio 2020

Reggio Emilia | Teatro Ariosto | 31 gennaio – 2 febbraio 2020

Pavia | Teatro Fraschini | 7 – 9 febbraio 2020

Torino | TPE Teatro Astra | 13 – 16 febbraio 2020

Catania | Teatro Verga | 18 – 23 febbraio 2020

Roma | Teatro di Roma - Teatro Argentina | 24 febbraio – 8 marzo 2020

Svizzera - Bellinzona | Teatro Sociale | 19 – 20 marzo 2020

Casalmaggiore (CR) | Teatro Comunale | 22 marzo 2020

Padova | Teatro Verdi | 25 marzo – 30 marzo

Bologna | Arena del Sole | 2 – 5 aprile 2020

Cuneo | Teatro Toselli | 8 aprile 2020

Lonigo (VI) | Teatro Comunale | 18 aprile 2020

 

 

 

B I O

Alessandro Serra è un regista teatrale italiano indipendente. Ha fondato la compagnia Teatropersona con la quale mette in scena le proprie creazioni che scrive e dirige, curandone scene, costumi, luci e suoni. La sua formazione si avvale della conoscenza dei canti vibratori di Grotowksi, delle leggi oggettive del movimento di Mejercho’ld e del teatro corporeo di Yves Lebreton. Nel 2017 con Macbettu – prodotto da Sardegna Teatro – ha ottenuto il prestigioso premio UBU per il Miglior Spettacolo dell’anno.