FIVE EASY PIECES
FIVE EASY PIECES
Concept, text & direction: Milo Rau
Text & performance: Rachel Dedain, Aimone De Zordo, Fons Dumont, Arno John Keys, Maurice Leerman, Pepijn Loobuyck, Willem Loobuyck, Blanche Ghyssaert, Polly Persyn, Lucia Redondo Peter Seynaeve, Pepijn Siddiki, Elle Liza Tayou, Winne Vanacker, Hendrik Van Doorn & Eva Luna Van Hijfte (2 casts of 8)
Performance film: Sara De Bosschere, Pieter-Jan De Wyngaert, Johan Leysen, Peter Seynaeve, Jan Steen, Ans Van den Eede, Hendrik Van Doorn & Annabelle Van Nieuwenhuyse
Dramaturgy: Stefan Bläske
Direction assistant & performance coach: Peter Seynaeve
Child care & production assistant: Ted Oonk
Research: Mirjam Knapp & Dries Douibi
Set & costume design: Anton Lukas
Production: CAMPO & IIPM
Co-produced by: Kunstenfestivaldesarts Brussels 2016, Münchner Kammerspiele, La Bâtie – Festival de Genève, Kaserne Basel, Gessnerallee Zürich, Singapore International Festival of Arts (SIFA), SICK! Festival UK, Sophiensaele Berlin & Le phénix scène nationale Valenciennes pôle européen de création
È possibile – e con quali mezzi – mettere in scena con dei bambini la vita dell'assassino e pedofilo Marc Dutroux? Il regista teatrale svizzero Milo Rau con l'IIPM (International Institute of Political Murder) negli ultimi anni hanno conquistato le maggiori scene internazionali con il loro ineguagliabile teatro politico. I loro lavori, basati su testimonianze e ricostruzioni di storie vere, demoliscono spietatamente i tabù della nostra epoca. Insieme al centro artistico CAMPO di Ghent hanno messo in piedi un ambizioso progetto che coinvolge bambini e adolescenti tra gli 8 e i 13 anni. Rau usa le biografie del criminale notoriamente più scandaloso del paese per disegnare una breve storia del Belgio e riflettere sulla (ra)ppresentazione dei sentimenti umani sul palcoscenico.
Five easy pieces esplora ciò che bambini sanno, sentono e fanno. Questioni puramente estetiche e teatrali si mescolano a quelle morali: come possono I bambini capire il vero significato del racconto, l'empatia, la perdita, la soggezione, la vecchiaia, la delusione o la ribellione?
Come reagiamo se li vediamo simulare scene di violenza o amore e romanticismo? In particolare, cosa dice questo delle nostre paure e dei nostri desideri? Si genera un'esperienza conflittuale.
In cinque esercizi di un'assoluta semplicità, brevi scene e monologhi in camera, i giovani attori si districano tra i diversi ruoli: l'agente di polizia, il padre di Marc Dutroux, una delle vittime o i genitori della ragazza morta. Assumono il loro ruolo e il loro destino attraverso le ricostruzioni che hanno provato con gli attori adulti: una visita alla scena del crimine, una cerimonia funebre, una scena quotidiana della vita del padre di Marc Dutroux. Da una parte si spiega lo scenario storico della storia belga, dalla dichiarazione di indipendenza del Congo fino alla manifestazione di massa denominata“White March”. D'altra parte, la produzione tiene conto dei limiti di ciò che I bambini sanno, sentono e possono fare. Cosa significa osservarli in queste scene? E cosa proviamo riguardo le nostre paure, speranze e tabù?
Five Easy Pieces probes the limits of what children know, feel, and do. Purely aesthetic and theatrical questions blend together with moral issues: How can children understand the real significance of narrative, empathy, loss, subjection, old age, disappointment, or rebellion? How do we react if we see them acting out scenes of violence or love and romance? In particular, what does that say about our own fears and desires? This makes for a confrontational experience.