Perché non tornano a casa loro! La parola ai migranti

Succede che dopo mesi di sbarchi e l’arrivo di migliaia di persone i migranti iniziano a parlare.
Amnesty International ha raccolto le testimonianze di circa 100 migranti accolti in questi mesi nei centri d'accoglienza della Puglia e della Sicilia. Le denunce sono terribili: violenza sessuale, uccisioni, torture e persecuzione religiosa che subiscono durante il viaggio verso la Libia fino a raggiungere le coste ed imbarcarsi verso l’Europa.

 "Questi migranti e rifugiati hanno raccontato, con particolari agghiaccianti, l'orrore che sono stati costretti a subire in Libia: rapimenti, detenzione in carceri sotterranee per mesi, violenza sessuale, pestaggi, sfruttamento, uccisioni", ha dichiarato Magdalena Mughrabi, vicedirettrice ad interim del programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International. "La loro testimonianza fornisce un quadro terrificante di ciò da cui chi arriva in Europa ha cercato disperatamente di fuggire".

Se parli con loro quasi tutti cambiano lo sguardo quando si nomina la Libia, sono stati imprigionati, torturati ed alcuni di loro abbandonati nel deserto.

Ma l’orrore non esiste solo in Libia, poche settimane fa sono state arrestate 38 persone che trafficavano organi e droga.  Nuredin Atta Wehabrebi, il primo trafficante di esseri umani «pentito» che da un anno collabora con la giustizia, rilascia testimonianze agghiaccianti «Talvolta i migranti non hanno i soldi per pagare il viaggio che hanno effettuato via terra, né a chi rivolgersi per pagare il viaggio in mare, e allora mi è stato raccontato che queste persone che non possono pagare vengono consegnate a degli egiziani, che li uccidono per prelevarne gli organi e rivenderli in Egitto per una somma di circa 15.000 dollari. In particolare questi egiziani vengono attrezzati per espiantare l’organo e trasportarlo in borse termiche».

E poi a dividerli dai loro sogni c’è il mare: 5 presunti scafisti sono stati fermati dalla polizia a Cagliari dopo gli ultimi sbarchi. In manette sono finiti cinque cittadini egiziani, tre dei quali minorenni. Gli arresti sono avvenuti in seguito alle testimonianze dei migranti «Un viaggio lungo ed estenuante - sei giorni in mare aperto - con poco cibo e acqua, tra vessazioni e violenze».

Lasciano il loro paese per scappare dalla guerra e dalla miseria, percorrono lunghissime tratte a piedi spesso nel deserto, vengono imprigionati, torturati, stuprati o smembrati per vendere gli organi, salgono su dei barconi fatiscenti e traballanti e affrontano il mare tra violenze e soprusi e c’è ancora chi si chiede Perché non tornano a casa loro!

Valentina Bifulco